Non voltiamoci dall’altra parte

Piombino 5 Ottobre 2022

A proposito  della morte di Sebastian Galassi, il giovane  rider ucciso in un incidente mentre lavorava, si possono fare tante considerazioni sullo sfruttamento e  sulla sicurezza. Partendo sempre e comunque  dalla solidarietà verso i suoi familiari. Ci limitiamo a cogliere quella  che appare  un po’   una novità.  Il suo “licenziamento” post mortem.

Inorridiamo di fronte all’automatismo di un messaggio che parte per la cancellazione di un account. E’ questa una cosa allucinante. La totale disumanizzazione del lavoro.

Altro che “Non Numeri  ma persone”, come ci sforziamo di dire dal 1998.   Di  fatto questi sistemi di lavoro, su cui ti registri con un account (ma dietro quell’account c’è una persona, come dietro ogni numero di matricola, o dietro ogni identificativo qualsiasi)   hanno azzerato totalmente la percezione dell’essere umano in quanto tale.

L’obiettivo di certi sistemi è mantenere uno standard di efficienza , appena c’è una falla automaticamente si deve eliminare. Nessuno si preoccupa di sapere come mai quel povero ragazzo non ha rispettato termini e condizioni del contratto.  In  un mondo normale, dove ci sono dei rapporti umani, tra lavoratore e datore di lavoro, tra colleghi,  tra persone che condividono gli stessi ambienti, lo stesso reparto, se qualcuno ritarda , non si presenta, non avvisa, scatta un qualcosa, un allarme emotivo, qualcuno inizia  a preoccuparsi, qualcuno cerca di capire.

Tutto questo non accade, non è accaduto in questo caso ed è successo addiritura quello che è successo. Non abbiamo altre parole, questo mondo dà la nausea ma non possiamo voltarci dall’altra parte o rititirarci egoisticamente in un eremo.

Non vogliamo dargliela vinta ad un sistema che annienta l’essere umano.

 

Simona Caroti Serasini

Associazione Ruggero Toffolutti